Melzo
Melzo in epoca medievale era “Mellesiate” (citato da un documento del IX secolo) e poi Melesiate e Meleso (secc. XII-XIII) nome che ricorre diverse volte in carte milanesi coeve[6]. Melzo ebbe le proprie sorti assai presto legate a quelle della vicina Milano, a partire soprattutto dalla fine del XIII secolo quando, con l’aprirsi del conflitto tra Visconti e Torriani, si inaugurarono anche per la realtà melzese tre secoli di guerre.
Santuario Santa Maria delle Stelle
Negli ultimi anni del Quattrocento costituiva già il luogo di culto del Convento dei Carmelitani. Diventò la cappella del nuovo Ospedale negli anni Settanta del Settecento. All’interno un affresco anonimo con un’immagine mariana, di fattura luinesca, gravemente danneggiato da interventi successivi.
Chiesa Sant’Alessandro
La chiesa prepositurale dei Santi Alessandro e Margherita è il duomo nonché la principale parrocchiale di Melzo, in città metropolitana ed arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Melzo.
Chiesa San Francesco
Edificata nel 1647 col nome di “Oratorio dei Vivi e dei Morti” dal nome della congregazione omonima dedita al suffragio dei defunti. Indicata popolarmente come chiesa di San Francesco, questa intitolazione prevalse dal secolo successivo. Il recente restauro si è concluso nel 2010. All’interno: altare laterale seicentesco ad uso della congregazione, in stucco bianco con angeli e pendoni di frutti, e altare maggiore settecentesco, ligneo e con decorazioni ad intarsio. Negli altari laterali, sinopie di affreschi ora trasferiti nella chiesa Parrocchiale.
La chiesa era inserita nella contrada Bovera, la zona a nord-est del borgo medievale, il cui nome derivava da quello di un antico mulino. La Porta Bovera serviva, secondo il console Gerolamo Villa (testimonianza del 22 aprile 1690) “a chi viene dal cremasco”. Da lì usciva una strada di campagna che conduceva fino alla cascina Gabbarella. Lungo il quartiere scorreva la roggia Molina,che spesso la inondava.
Chiesa Sant’Andrea
La zona absidale fu affrescata nel corso del Cinquecento per volontà di alcuni dei proprietari. L’affresco della Madonna di Caravaggio, di autore ignoto, rappresenta Erasmo Aquania, un erede dei fondatori, come dimostrano i suoi due testamenti datati 1522. Il professor Giovanni Agosti, studioso notissimo, ha indicato come autore dell’affresco centrale (Madonna con Bambino,1524) Nicola Moietta, che l’anno successivo realizzerà anche la Madonna della Scoladrera ora nella chiesa parrocchiale. Il professor Giulio Bora, studioso di fama mondiale, ha attribuito gli affreschi laterali, di chiara impronta manierista (Martirio di Sant’Andrea e Pesca miracolosa, c.a. 1574) a Ottavio Semino, artista genovese attivo negli stessi anni a Milano. Di queste opere esistono i disegni preparatori, il primo dei quali custodito al Louvre e attribuito al Semino dal museo. La datazione dei due affreschi è provata dalla Visita Pastorale di Carlo Borromeo a Melzo (1573) che ordina agli eredi di Onofrio Angera di far eseguire le opere, mai realizzate, previste dal testamento di quel nobile nel 1517. Lo stemma degli Angera era riconoscibile accanto all’affresco del Martirio, e la scritta sul suo cartiglio, oggi illeggibile, prima del restauro rivelava con chiarezza il nome Giovanni Ambrogio Angera, nipote di Onofrio.
Santuario di Rezzano
Nel 1639, per volere del cardinale Cesare Monti, la cura del santuario passò ai Carmelitani di Concesa, che la mantennero fino alla soppressione napoleonica dell’ordine religioso.
Venne venduto alla famigli Resta Pallavicini che a fine Ottocento permisero la costruzione del porticato.
Nel 1988 viene posto sul frontone un dipinto in ceramica, opera del pittore Tindaro Calia.
La tradizione vuole che lì sia apparsa a una coppia di contadini la Vergine.
Un bellissimo portale in legno di noce, ricavato da una sola pianta secolare e finemente scolpito in otto formelle immette nel piccolo e raccolto santuario: sul’altare è posto l’affresco cinquecentesco della Vergine con il Bambino, alle pareti quelli coevi di santa Caterina d’Alessandria e di santa Caterina da Siena, di buona fattura e recentemente restaurati.
Castello Corneliano Bertario
Di notevole interesse è la presenza del Castello Borromeo, un edificio fortificato costruito a più riprese dal 1385 circa, nel luogo dove un tempo si trovava un podere appartenuto a esponenti della Gens Cornelia[2]. Originariamente di proprietà dei Visconti, nel XIV secolo venne donato all’Ospedale del Brolo di Milano. Dopo essere divenuto un possesso di Ignazio Olgiati (1698),[2] nel XVIII secolo divenne di proprietà della famiglia Bigli, poi dei Gallarati Scotti e infine dei Borromeo.
Oratorio di Rossate
La costruzione è influenzata dalla scuola bramantesca; fra i progettisti va rimarcato Bartolomeo Suardi. Grazie ad alcuni documenti si può datare la costruzione dell’oratorio bramantesco di S.Biagio ad anni precedenti al 1532, e riferirla al mecenatismo di Bartolomeo Calco, nobile milanese. Tra i figli di costui sarà Gerolamo Calco ad incaricare i suoi eredi di ultimare la costruzione.
Non è dato di sapere con certezza la data di inizio dei lavori, collocata tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. Tra il 1583 e il 1589 viene realizzato l’apparato decorativo delle due cappelle con gli altari. Si tratta di dipinti murali leggeri che con il passare degli anni vengono ricoperti da altre decorazioni o strati di scialbo.
Santuario San Giovanni del Calandrone
Il tempio di san Giovanni Battista apparteneva, fin dall’antichità, alla Pieve di Bariano intitolata a Santa Eufemia. Era sicuramente molto antica perché il nome della Pieve appare su una pergamena dell’anno 885 in occasione di una permuta di immobili situati presso Rossate di Lavagna tra Gerardo Vescovo di Lodi e Pietro, abate del monastero di Sant’Ambrogio. In questi anni la chiesa dedicata a San Giovanni Battista doveva essere già presente sul territorio, anche se non abbiamo notizie certe.