- Lunghezza: 19,2 Km / Dislivello: 0 m / terreno: asfaltato e sterrato
La prima tappa parte dalla Citta di Melzo e più precisamente dal Santuario di Santa Maria delle Stelle. Da qui percorrendo viale Gavazzi e via Roma si giunge nel centro storico del paese dove si può ammirare il Palazzo Trivulzio e la chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro e Margherita.
Il percorso ci permette di raggiungere anche la chiesa di San Francesco e la chiesa di Sant’Andrea nella quale è possibile ammirare affreschi della scuola di Leonardo da Vinci.
Proseguendo lungo la campagna tra Melzo e Trucazzano dopo circa 8 Km si incontra il Santuario di Rezzano, dove la tradizione vuole che la Vergine sia apparsa ad una coppia di contadini. In particolare troveremo un bellissimo portale in legno di noce, ricavato da una sola pianta secolare e finemente scolpito in otto formelle immette nel piccolo e raccolto santuario: sul’altare è posto l’affresco cinquecentesco della Vergine con il Bambino, alle pareti quelli coevi di santa Caterina d’Alessandria e di santa Caterina da Siena, di buona fattura e recentemente restaurati.
Si prosegue lungo la ciclabile fino al centro abitato di Truccazzano, passando per la piazza e la chiesa di San Michele. Qui si potrà rifocillarsi nei bar del paese e proseguire nella direzione del canale Muzza. Qui si incontra un simpatico giardino con panchine e una piccola biblioteca (ideale per riposarsi magari nei mesi più caldi). Attraversata la strada Rivoltana continueremo il percorso principale verso Corneliano Bertario. Questo tratto di percorso permette di vedere non solo il bellissimo castello ma anche accedere ad un punto di ristoro (Bar Circolo Anspi) e alla grotta intitolata alla Madonna. Continuando per la strada di campagna si raggiunge anche la Cascina Claudina ed infine ci si ricongiunge con il canale Muzza nel percorso originario Proseguendo si percorre il sentiero lungo il canale Muzza, fino alle cascate di Lavagna
Si prosegue lungo la ciclabile asfaltata per un piccolo tratto per poi attraversare la strada a destra e prendere l’argine del Canale Muzza. Da qui è possibile raggiungere l’agriturismo “Il Mulino” sull’alzaia della Muzza, ammirando delle piccole “rapide” fino a raggiungere il cartello che ci indicherà sulla sinistra l’Agriturismo dove potremo ristorarci o con un caffè oppure anche con un ottimo pranzo. Siamo ormai prossimi alla fine della tappa con arrivo al Santuario di San Giovanni del Calandrone a Merlino.
Infine percorrendo ancora la ciclabile si arriva all’abitato di Merlino e seguendo le indicazioni per il Santuario ci dirigiamo ancora in campagna dove alla fine giungeremo alla meta.
Il tempio di san Giovanni Battista apparteneva, fin dall’antichità, alla Pieve di Bariano intitolata a Santa Eufemia. Era sicuramente molto antica perché il nome della Pieve appare su una pergamena dell’anno 885 in occasione di una permuta di immobili situati presso Rossate di Lavagna tra Gerardo Vescovo di Lodi e Pietro, abate del monastero di Sant’Ambrogio. In questi anni la chiesa dedicata a San Giovanni Battista doveva essere già presente sul territorio, anche se non abbiamo notizie certe.
La prima notizia assodata che abbiamo sul santuario del “Calandrone” (piccolo corso d’acqua che una volta lambiva il santuario) è su un documento dell’anno 1261, noto come la taglia del notaio Guala.
Guala era il nome del legato pontificio che impose al clero della Diocesi di Lodi una tassazione per finanziare la crociata contro Manfredi di Svevia, voluta dal Pontefice Urbano IV. La tassa è commisurata all’entità dei beni immobili posseduti o dalle loro entrate. Facevano parte della Pieve di Bariano 13 istituzioni religiose la Chiesa di Merlino, la Chiesa di Vaiano, e appunto, la Chiesa di San Giovanni al Calandrone che fu costretta a pagare 3 denari e mezzo.
Dal 1261 devono passare due secoli per avere ancora notizie sul tempio dedicato a San Giovanni Battista. A offrircele è Antonio Maria Pozzoli, Parroco di Merlino dal 1698 al 1703. Il sacerdote ricorda di aver visto, su un pilastro esterno della chiesa la data 1466 accompagnata dall’immagine di San Bernardino da Siena. Sotto il dipinto si intravedeva un precedente strato di calcina “pitturata” che lascia intendere che la chiesa era stata restaurata e ridipinta e che in tale occasione l’immagine originale del santo venne sostituita dal nuovo affresco, presumibilmente nella seconda metà del quattrocento.
Nel 1564 il Vescovo di Lodi, Giovanni Antonio Capizucco, durante la visita pastorale trova l’edificio in rovina con la conseguente indicazione di sistemarlo al più presto.
Nel 1573 il Vescovo di Lodi, Antonio Scarampo, certifica che l’ordine di restauro è rimasto lettera morta infatti si obbliga il parroco e la comunità di Merlino a riparare entro tre mesi l’intero edificio.
Nel 1744 il Vescovo di Lodi, Giuseppe Gallerati, scrive un a lunga relazione e piena di dettagli soprattutto sulla gran quantità di Grazie Ricevute appese alle pareti del santuario, segno di una forte devozione e di molte guarigioni dovute alla preghiera e all’intercessione del santo.