L’Antico Mulino Torchio di Merlino

Autore: Prof. Sergio Leondi – fotografie di Walter Ferrari

Muovendo i passi sul “Cammino di San Giovanni”, a duemila metri a nord del Santuario del Calandrone c’è un luogo che val bene una sosta, dove all’utile si abbina il dilettevole, perché qui è possibile “nutrire” la mente, imparare cose nuove e interessanti, eppoi – che non guasta, tutt’altro! – saziare lo stomaco, riposare le stanche membra dopo aver “macinato” chi 20, chi 30 chilometri o più, cioè la distanza che abbiamo deciso di percorrerne in un certo giorno da Melzo a Lodi-Borgo San Giovanni o viceversa; e subito dopo – soddisfatti ristorati rinfrancati – eccoci pronti a rimetterci serenamente in marcia avendo nei pensieri e nell’anima il nostro beatissimo San Giovanni Battista.

È al Mulino Torchio di Merlino che è dunque opportuno far tappa, più o meno prolungata. Unico nel circondario a serbare al proprio interno un complesso di antichi macchinari perfettamente conservati, una volta azionati dall’acqua derivata dalla Muzza, tramite la grande ruota idraulica in ferro che fa splendida mostra di sé all’esterno del caseggiato; mulino che da pochi anni è stato trasformato in un accogliente Bed and Breakfast, con 9 camere per gli ospiti, servizio bar e ristorazione: per una bibita, per un panino veloce o per lauti banchetti genuini e “ruspanti”.

Entrati nell’edificio del Mulino, la sua sala centrale ospita gli impianti molitori ai quali si è accennato, integri, tirati a lucido. Giova ricordare, in generale, che la ruota idraulica con gli annessi ingranaggi, ruote dentate e il resto, rappresenta la prima vera macchina della storia, quella che ha fatto compiere all’umanità un balzo in avanti prodigioso.

Al Mulino del Torchio vediamo diverse incastellature in legno e ghisa: spicca la macina da grano, con la soprastante tramoggia o grosso imbuto nel quale erano convogliati dall’alto i chicchi di frumento o di mais, che venivano ridotti in farina dalle mole in pietra; una fissata alla base del “castello”, l’altra superiore, rotante, mossa dall’albero motore innestato sulla ruota esterna; ci sono poi due impianti più piccoli per la pilatura del riso, vale a dire per l’eliminazione della buccia che riveste il bianco cereale; nell’ambiente attiguo ammiriamo la mastodontica macina verticale in pietra, che sminuzzava nella tonda vasca metallica sottostante le scorze del riso per utilizzarle nell’alimentazione del bestiame.

Si consideri inoltre che il nome “torchio”, al mulino, indica che una volta vi si trovavano dei marchingegni simili per “torcere”, spremere i semi di lino o colza, al fine di produrre olio; e ancora, esisteva una “folla” o gualchiera, un maglio a martelli per “pestare” tessuti logori e farne carta o feltro, panno idrorepellente, antenato delle stoffe impermeabili. Insomma, al Mulino Torchio c’era una multiforme attività agro-industriale. Ne erano padroni, nel primo Settecento, i Conti Barbiano di Belgioioso, di aristocratica famiglia milanese, una delle più cospicue della terra lombarda e non solo.

Dopo innumerevoli passaggi la proprietà finisce ai Signori Maghini, che esercitano l’attività di mugnai fino al 1985 circa; in tempi recenti l’attuale proprietario Giuseppe Maghini e la moglie Anna ristrutturano il caseggiato del mulino e lo fanno diventare il confortevolissimo B&B odierno, recuperando in maniera encomiabile i meccanismi originari: un pezzo di storia importante per l’intero sud-est Milano. Oltretutto facilmente raggiungibile sia in auto che a piedi o in bici, grazie alla pista ciclo-pedonale che costeggia il mulino e che, innestandosi con diversi sentieri, in pratica va da Truccazzano a Lodi, dentro uno scenario paesaggistico e naturalistico di rara suggestione, tra campi ordinati, corsi d’acqua cristallina, borghi, chiese e castelli.

Tutto questo ben di Dio sta divinamente adagiato “sotto il Cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così splendido, così in pace”, come celebra Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi”, immortale capolavoro della letteratura milanese, italiana e mondiale.


Chi voglia saperne di più, sul Mulino Torchio e sui mulini in generale, può leggere i seguenti libri di Sergio Leondi: “San Giovanni Battista al Calandrone. Storia del Santuario. Cenni su Merlino e il territorio”, 2013, in particolare le pagine 116-121; “I Mulini di Pantigliate. Storia, tecnologia e ambiente locale”, 2006; “Le nostre radici. Storia della cascina Ronco a San Donato Milanese. Un patrimonio da tutelare”, 2007, specialmente le pagine 36-40.


Hotel Il Mulino – Bed & Breakfast a Merlino
Cascina Mulino Torchio – 26833 Merlino (LO) / Tel. 02.90669403 / 3342392422
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