Melzo

Le presunte origini etrusche, che secondo la tradizione collegherebbe Melzo all’antica città di Melpum ricordata da Plinio il Vecchio – rappresentata di conseguenza nella cartografia dell’Italia Gallica sive Gallia Cisalpina di Abraham Ortelius nella sede dell’attuale città – non sono mai state provate, né esiste un ritrovamento archeologico in grado di confermare questa localizzazione. L’analogia tra i due toponimi non è etimologicamente sostenibile[4], così come non lo è l’ipotizzare una certa continuità storica, di fronte a due città delle quali Melpo è stata distrutta, secondo la tradizione, all’inizio del IV secolo a.C., mentre le più antiche menzioni di Melzo non sono attestate prima del XII secolo d.C. Dibattuta, peraltro, è anche la posizione della città etrusca: addirittura da alcuni autori viene posta a sud del Po[5], lungo le vie di commercio transappenniniche, poiché la localizzazione, come l’abitato attuale, vicino alla fiorente Mediolanum, non è compatibile alla sua decandata ricchezza (opulentia praecipuum).

Melzo in epoca medievale era “Mellesiate” (citato da un documento del IX secolo) e poi Melesiate e Meleso (secc. XII-XIII) nome che ricorre diverse volte in carte milanesi coeve[6]. Melzo ebbe le proprie sorti assai presto legate a quelle della vicina Milano, a partire soprattutto dalla fine del XIII secolo quando, con l’aprirsi del conflitto tra Visconti e Torriani, si inaugurarono anche per la realtà melzese tre secoli di guerre.

•In virtù della propria posizione geografica e a causa dei mutati equilibri politici fra Milano e Venezia, Melzo visse come realtà di confine i frequenti capovolgimenti di fronte, che durante tutto il Quattrocento videro confrontarsi il ducato visconteosforzesco e la Serenissima: prima l’episodio leggendario dell’eroina Agnese Pasta che guida un’improbabile rivolta femminile pro-sforzesca contro i soldati veneziani, che occorre più realisticamente interpretare come una protesta contro miseria e violenze, e più tardi la concessione del feudo alla giovanissima nobile milanese Lucia Marliani, della quale il duca Galeazzo Maria Sforza si era perdutamente innamorato, costellarono un secolo destinato a chiudersi, alla caduta del nuovo duca Ludovico il Moro per mano dei Francesi, con la consegna del marchesato di Melzo a Gian Giacomo Trivulzio, condottiero di Luigi XII e capostipite di una dinastia che si imporrà per quasi due secoli di storia melzese, caratterizzati dai fasti voluti dal casato per abbellire le proprie dimore e gli edifici più rappresentativi del borgo e da una complessiva stabilità sociale ed economica.