Chiesa di Sant’Alessandro e Margherita

Edificata nel primo Duecento in aggiunta all’antica chiesa di Sant’Ambrogio che esisteva da secoli
nella piazza centrale, fu intitolata a due celebri figure di martiri. Ampliata tra fine Trecento e
Quattrocento e riconsacrata nel 1529 a seguito di episodi bellici. Il 18 agosto 1576 San Carlo
Borromeo dispose ufficialmente il trasferimento alla chiesa dei SS. Alessandro e
Margherita della Prepositura e del Capitolo collegiale che apparteneva in precedenza alla
chiesa di San Pietro in Corneliano. Dopo i gravi danni provocati dal terremoto del maggio 1802
fu oggetto di importanti restauri e ampliata con l’aggiunta di tre nuove arcate, con lavori conclusi
alle soglie del Novecento. All’interno, di notevole interesse: la Madonna della Scoladrera di Nicola
Moietta (c.a. 1525) dietro all’altare maggiore, proveniente dallo scomparso Convento dei
Cappuccini, il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria del cremonese Cristoforo Magnani (1569)
e un prezioso altare seicentesco in marmo adornato da 15 ovali in rame raffiguranti i Misteri del
Rosario.
Nella piazza antistante, sorge la Colonna dell’Immacolata Concezione: eretta nel 1904 in occasione
del 50° anniversario della proclamazione del dogma da parte di papa Pio IX, fu collocata nella
nuova piazza Sant’Alessandro, ottenuta nel 1901 a seguito della demolizione di alcuni edifici a
conclusione dei restauri della chiesa prepositurale.

La Madonna della Scoladrera

Frate Salvatore da Rivolta nella sua Cronaca racconta che “l’anno chiamato della gran peste, che fu il 1525, fuori da Porta Scoladrera di Melzo fosse fabbricata una picciola cappelletta, overo, come il volgo dice, un Pilastrello, nel quale si dipingesse l’imagine di Nostra Signora Maria Vergine, ch’havea il bambino fra le braccia”.

Secondo la tradizione orale, quell’anno la Madonna era apparsa su una strada di campagna a un contadino: ‘immagine della Madonna della  Scoladrera, dal nome della contrada sud del borgo, dentro la Porta dei Cappuccini, divenne meta di pellegrinaggi e ad essa vennero attribuite molte guarigioni.

Il feudatario Gian Giacomo Teodoro Trivulzio volle perciò  trasferire l’affresco dalla piccola edicola posta a lato della Porta urbica alla chiesa del  vicino convento dei Cappuccini.

Qualificati e recenti studiosi di arte rinascimentale lombarda hanno attribuito l’opera al pittore Nicola Mangone detto Moietta (Caravaggio 1485 – 1546), pittore seguace di Luini e Foppa, autore del ciclo di affreschi al convento dell’Annunciata ad Abbiategrasso.

Tale attribuzione offre una valida chiave per interpretare anche gli affreschi nell’abside della chiesa di sant’Andrea.

Fonte: Centro Studi Gentili – Melzo